Davide Baldin Psicologo & Psicoterapeuta specializzato nella gestione delle dipendenze

Aiuto le persone con problemi di dipendenza da oggetto o comportamentale a liberarsi dalle catene della dipendenza attraverso un percorso integrato della durata di mesi sei basato:

- sulla mindfulness

- sulla psicoeducazione

- sul counselling motivazionale.

È possibile liberarsi della dipendenza e riprendere in mano le redini della propria vita, anche quando si teme di non potercela fare o di stare troppo male.

Un messaggio per te:

"Sai come si mangia un elefante? Un boccone alla volta.

Sì, è possibile mangiare un elefante, ma occorre sapere come farlo, rispettando il tempo (non si mangia in una volta sola), il proprio apparato digerente (le risorse che ho a disposizione) e (perché no?), se non riesco a mangiarlo da solo … chiedo a qualcuno di aiutarmi."

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Percorso: Spezza le catene delle tue dipendenze

Il metodo che propongo è una combinazione di diversi approcci integrati tra loro, prestando attenzione alla logica temporale (cosa fare prima e cosa fare dopo) e alla logica spaziale (le diverse aree coinvolte) e alla dimensione creativa di ogni soggetto.

Consulenza psicologica

La consulenza psicologica consiste in un intervento breve che richiede un numero limitato di incontri e ha lo scopo di inquadrare la problematica portata allo psicologo. Normalmente chi richiede una consulenza si trova ad affrontare una difficoltà contingente e focalizzata in un ambito della vita. In sintesi è un processo volto alla individuazione, definizione e soluzione di un problema specifico e circoscritto.

Psicoterapia

La psicoterapia è una cura basata sulla parola e sulla relazione.

L’impronta psicoanalitica la caratterizza come non standard, ma attenta ai processi soggettivi inconsci di ognuno.

La cura psicoterapeutica si rivolge a chi soffre di un sintomo specifico (ad es. ansia, attacchi di panico, dipendenze), così come a chi manifesta un disagio soggettivo di qualsiasi tipo (sofferenza relazionale, senso di vuoto e solitudine, conflitti familiari, scarsa autostima).

Il processo terapeutico si differenzia dalla consulenza perchè la problematica portata non è focale, ma richiede una ristrutturazione più generale e profonda della personalità. Per questa ragione richiede tempi più lunghi di una consulenza

Supervisioni a servizi per le dipendenze o psicologi

La supervisione è uno spazio in cui un terapeuta espone dei casi clinici a un collega con maggiore esperienza. Accade spesso, infatti, nel corso di una terapia di incontrare momenti di impasse, di stallo e non sapere come procedere.

Si possono schematizzare così i vari momenti in cui si realizza la formazione da raggiungere attraverso la supervisione:

– il supervisore mette a fuoco dentro di sé gli aspetti che il candidato non coglie della relazione con il paziente

– attira l’attenzione del candidato sul decorso dell’interazione e sui punti di non fluidità o di arresto, in modo che il candidato stesso li riconosca e si adoperi perché formuli una propria ipotesi spiegativa di ciò che non è fluito nell’interazione;

– lo sollecita a formulare un intervento alternativo;

– gli trasmette il piacere di sapere sempre più di sé e dell’altro, nella ricerca continua di una “verità” più complessa e avvertita come significativa.

Dicono di me...

L' abilità e competenza che ho trovato è la capacità di cogliere in ogni seduta il fulcro del problema e, con poche parole, riuscire a far focalizzare l’attenzione sullo stesso, in modo da aprire la mente e permettere ad altri pensieri di emergere.

- ROSANNA

Nel dr Baldin ho trovato la Capacità di ascolto e stimolo all’elaborazione senza sentirmi mai giudicato, inoltre ho riconosciuto un’efficace capacità di sintesi anche nelle argomentazioni più complesse così sono riuscito a capirle.

- SIMONE

Ho riconosciuto molta esperienza nella capacità di farmi riflettere e cercare di ragionare in maniera autonoma e meno dipendente. Sicuramente mi sono sentita serena e libera di essere sempre me stessa .

La competenza che più ho apprezzato è sicuramente quella di farmi sempre di riflettere sulle cose, dandomi ogni volta degli spunti su cui riflettere

Chiederei aiuto per superare i miei limiti

- MARIELLA

Davide Baldin

psicologo psicoterapeuta

Aiuto le persone con problemi di dipendenza da oggetto o comportamentale a liberarsi dalle catene della dipendenza attraverso un percorso integrato basato sulla mindfulness, sulla psicoeducazione e sul counselling motivazionale della durata di mesi sei. È possibile liberarsi della dipendenza e riprendere in mano le redini della propria vita, anche quando si teme di non potercela fare o di stare troppo male.

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persona che respira

Perché la forza di volontà non è sufficiente contro il craving e come la respirazione può aiutare

August 10, 20253 min read

Quando si parla di dipendenze, molti ritengono che la chiave per uscirne sia avere una forza di volontà ferrea. Tuttavia, questa idea non solo è inefficace, ma può anche risultare controproducente, generando ulteriore stress, frustrazione e senso di fallimento. Vediamo insieme perché affidarsi esclusivamente alla forza di volontà non funziona e come un semplice esercizio di respirazione possa diventare uno strumento prezioso per affrontare il craving.

Perché la forza di volontà non basta

  1. Il craving è una risposta automatica: Il craving è una reazione automatica del cervello che coinvolge il sistema di ricompensa. Quando si attiva, si genera un’intensa spinta emotiva e fisica verso un comportamento o una sostanza. Questo processo avviene a un livello profondo, dove la forza di volontà, che risiede nelle funzioni cognitive superiori, ha poca influenza.

  2. La forza di volontà consuma energia mentale: Studi neuroscientifici mostrano che la forza di volontà è una risorsa limitata. Più ci si sforza di resistere, più si esaurisce questa capacità, rendendo le persone più vulnerabili a cedere al comportamento indesiderato.

  3. Il paradosso della soppressione: Cercare di ignorare o sopprimere il craving può intensificarlo. Questo fenomeno, noto come “effetto del rimbalzo”, fa sì che più cerchiamo di non pensare a qualcosa, più questa occupa la nostra mente.

  4. Genera frustrazione e senso di colpa: Quando il craving vince nonostante gli sforzi, ci si sente spesso deboli o incapaci, alimentando un ciclo negativo di colpa e bassa autostima.

Un approccio diverso: accettare e gestire il craving

Invece di combattere il craving con la forza di volontà, è molto più efficace imparare ad accettarlo e gestirlo con consapevolezza. Qui entra in gioco la mindfulness, che permette di osservare il desiderio senza giudizio e senza reagire automaticamente. Tra le tecniche più semplici e utili c’è la respirazione consapevole.

Un esercizio di respirazione per affrontare il craving

Questo esercizio, noto come “Respiro dei 4 passi”, è progettato per aiutarti a superare i momenti di craving, creando uno spazio di calma e consapevolezza.

  1. Fermati e siediti in un luogo tranquillo: Non devi fare nulla di complicato. Siediti comodamente, con la schiena dritta e i piedi appoggiati a terra.

  2. Porta l’attenzione al respiro: Chiudi gli occhi (se ti senti a tuo agio) e inizia a notare il tuo respiro naturale, senza modificarlo. Sentilo entrare e uscire dalle narici o muovere il petto e l’addome.

  3. Segui il ritmo dei 4 passi:

    a. Inspira lentamente per 4 secondi (conta mentalmente: 1, 2, 3, 4).

    b. Trattieni il respiro per 4 secondi.

    c. Espira lentamente per 4 secondi.

    d. Pausa per 4 secondi prima di ricominciare.

  4. Ripeti per 2-5 minuti: Continua il ciclo per alcuni minuti, mantenendo la tua attenzione sul ritmo del respiro. Se la mente si distrae, riportala gentilmente al respiro.

Perché funziona?

Riduce l’attivazione fisiologica: Il craving è spesso accompagnato da un aumento dell’attivazione fisica (battito accelerato, tensione muscolare). La respirazione lenta e profonda aiuta a calmare il sistema nervoso, riducendo l’intensità del craving.

Aumenta la consapevolezza: Con questo esercizio, sposti la tua attenzione dal desiderio al momento presente, interrompendo il ciclo automatico di risposta al craving.

Ti restituisce il controllo: Accettando il craving senza combatterlo, impari a osservare l’urgenza come un fenomeno temporaneo che, proprio come un’onda, cresce e poi diminuisce.

Conclusione

Affrontare il craving non significa vincerlo con la forza, ma imparare a osservarlo e lasciarlo andare. La respirazione consapevole è un alleato potente e semplice, accessibile a chiunque. Con la pratica costante, diventa uno strumento essenziale per gestire le dipendenze e promuovere un cambiamento duraturo. Ricorda: non è questione di combattere, ma di comprendere e trasformare.

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Davide Baldin

Davide Baldin – Psicoterapeuta a Brescia, esperto in dipendenze e traumi. Specializzato in psicoanalisi, terapie corporee e mindfulness. Unisce rigore clinico e creatività in percorsi evidence-based. 20+ anni di esperienza nei servizi territoriali.

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